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LA PRINCIPESSA CHE CREDEVA NELLE FAVOLE 4/4

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Scrivere una storia migliore Abbiamo lasciato che la principessa parte da sola, per cercare la sua verità . Non si aspetta più nessun principe che venga a salvarla. Ha capito che affinché le cose cambino, lei deve cambiare . Sente che la verità è la medicina migliore, perché come le dice il suo maestro “Solo nel suo seme può nascere pace, gioia e amore”. Nel suo viaggio attraversa il mare delle emozioni, supera la terra delle illusioni. Si scoraggia più volte pensando di non potercela fare, ma poi di nuovo stringe i denti e cerca di andare avanti nonostante non ha la più pallida idea di che cosa l’aspetta fuori. Scopre che il dolore è un maestro molto più abile del piacere, perché la sofferenza rende il cuore più grande , consentendogli di fare spazio all'Amore e alla Gioia. Comprende finalmente che le esperienze sono lezioni . Grazie alle quali lei ha acquisito la saggezza che le ha reso la vita più piena, ricca e facile.

La Principessa che credeva nelle favole 3/4

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IL CAMBIAMENTO La principessa a questo punto è spaventata! Ha paura di perdersi nel cambiamento e nel nuovo! Ha lasciato il suo castello, le sue certezze di sempre, la famosa gabbia d’oro. Ha lasciato il suo bel principe azzurro, che in realtà non era così azzurro, ma comunque conosciuto! Il cuore vuole che torni alla sua vita di sempre. Lo spavento cerca in tutti i modi di trattenerla invece che lasciarla andare. Ma lei è comunque una ragazza coraggiosa e sfida la sua stessa paura. Decide di andare avanti! Compie un passo diverso dai suoi soliti passi; comincia a cercare la verità! E questo (come tutte le ricerche) comporta un camminare verso sentieri che non si conoscono . Le favole non si avverano perché spesso nella testa si ha il titolo di una favola che non è una vera favola. Al contrario le favole si realizzano. Possono però essere diverse da come le si può intendere in un primo momento. Ognuno deve trovare da solo il

VisioniVeloci

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"A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane" (Italo Calvino)

VisioniVeloci

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"La sanità mentale è un'imperfezione" ("Compagno di sbronze" Charles Bukowski)

“Il giovane gambero” di Gianni Rodari da Favole al Telefono

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Il Coraggio dell' Essere Autentici “Un giovane gambero pensò “Perché nella mia famiglia tutti camminano all’indietro?Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco”… Tutto si può imparare, se si vuole…. E fece una magnifica corsetta in avanti. “Figlio mio, scoppiò a piangere la madre … torna in te… cammina come tuo padre e tua madre ti hanno insegnato, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene…. Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo poi disse “Basta così… vattene e non tornare più indietro… Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane… “il mondo va a rovescio” … “Non c’è più rispetto” … “Ohibò, ohibò”… A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica… “Anche io quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua piu

“La caramella istruttiva” di Gianni Rodari in Favole al Telefono

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Quando imparare è facile! “Sul pianeta Bih non ci sono scuole, si studia a casa. Non ci sono libri ma liquidi di ogni colore che se bevuti fanno imparare le varie materie. Alcuni bambini fanno i capricci lo stesso, altri, i più diligenti e golosi, si alzano la notte a rubare fino all’ultima goccia, per esempio, la storia-granatina e diventano così sapientissimi”. Ho letto questa storia e ho subito pensato a quanti bambini fanno fatica a studiare. La mia convinzione profonda sta nel fatto che se un bambino e sereno e tranquillo e la scuola è un  posto dove si sente a suo agio tutta questa difficoltà non dovrebbe esistere. È fondamentale un educazione che educhi proprio all'educazione . È importante che il bambino capisca fin da subito l’importanza e la meraviglia di sapere. E questo si può fare utilizzando il suo linguaggio, che sia di gioco, che sia principalmente divertente. E’ assolutamente possibile farlo. Ci vuole solo pazienza. Tanta.

Brif, bruf, braf di Gianni Rodari da Favole al telefono

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La felicità di essere al mondo “Due bambini stanno giocando in un cortile e parlano tra di loro una lingua incomprensibile, soprattutto per le orecchie degli altri. Un signore e una signora vicino a loro, li ascoltano e mentre la signora pensa a quanto siano schiocchi, il vecchio signore le risponde che invece ha capito tutto. Nel loro linguaggio esprimono la felicità di essere al mondo”. Bellissima storia, importante, ci parla a più livelli e di tante cose. Complicità, tristezza, positività, non per ultimo degli adulti che non hanno dimenticato il loro essere bambini. Complicità: C’è n linguaggio speciale che capiscono solo i due ragazzini. Questo è quello che può definirsi anche intimità. Condividere con altri degli aspetti di se privati e unici. Tristezza: Ho messo tristezza perché associo un sentimento di questo calibro alla presenza di giudizi sprezzanti e taglienti. In questa storia, la signora rappresenta la parte che non

Il sole e la nuvola di Gianni Rodari da Favole al Telefono

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Generosità e Avarizia Questa storia più o meno fa cosi… C’era una volta Il sole che viaggiando alto in cielo gettava i suoi raggi in tutte le direzioni. La sua generosità era talmente grande che tutti ne godevano appieno e non c’era acino d’uva che non prendeva la sua parte. Una nuvola lì vicino, dal carattere temporalesco, borbottava e tra se “lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno, quando non avrai più niente da farti rubare…” Alla fine della giornata il sole si accorse che nonostante avesse dato via i suoi raggi a milioni, li aveva tutti ancora con se. La nuvola per la sorpresa si sciolse in grandine. Il sole felice si tuffò nel mare del tramonto. Questa è una storia di generosità e di avarizia… e tra i due è chiaro chi “vince”. Da genitori bisogna saper educare alla generosità , che richiama il concetto di abbondanza, che è il sentirsi appagati di qualcosa che si fa, senza pensare ad una ricompensa finale, solo

“Filastrocca per Susanna” di Gianni Rodari da Filastrocche lunghe e corte

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Filastrocca per Susanna, le piace il latte con la panna, le piace lo zucchero nel caffè tale e quale come me, le piace andare in bicicletta: quando va piano non va in fretta; quando va in fretta pare un gattino, non le manca che il codino. Di ordini lei ne ha Uno di qua e l'altro di là: se li porta sempre in testa con due nastri per far la festa. Sono due nastri rossi e blu. Chi è Susanna? Sei tu, sei tu! “Filastrocca per Susanna” è troppo carina. Susanna può essere una bambina come ce ne sono tante altre ma l’osservazione e la cura dei dettagli nel descriverla mostra in verità quanto speciale sia proprio “questa” Susanna. L’aspetto che mi piace è nella tenerezza, il suono che ha la dolcezza delle parole musicate dall’amore. Susanna è nostra figlia, nostro figlio, ogni volta che lo guardiamo e proviamo “semplicemente” quella grande fitta d’amore per la sua intera esistenza. Non è raro che capiti di non apprezzare il moment

“La guerra per le campane” di Gianni Rodari in “Favole al telefono”

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Gianni Rodari parla nei suoi racconti parla spesso di pace. Perché ha vissuto appieno le bruttezze della seconda guerra mondiale. "La guerra delle campane" è uno dei suoi innumerevoli racconti che ha questo tema. Lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone decide, per vincere la guerra, in mancanza di bronzo per i canoni, di tirare giù tutte le campane e fabbricare un unico gigantesco canone. Tutti pronti a tapparsi le orecchie nel momento in cui il comandante ordina di fare fuoco E invece che il temibile “BUUUMMMM” che tutti si aspettavano con tanta ovatta nelle orecchie, ne esce un festoso concerto di campane. E di trincea in trincea si diffonde una melodia fatta di tanti “Din, Don, Dan”. E con ancora più grande stupore ai “Din, dan” dei cannoni, “Don” rispondono i cannoni del nemico, perché anche l’altro comandante aveva avuto la stessa idea di fabbricare con il bronzo fuso da tutte le campane, un unico grande canone. E che festa tra

IL NASO DI PINOCCHIO di Gianni Rodari da Filastrocche lunghe e corte

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Come sopravvivere alle bugie dei bambini e dei ragazzi Il naso di Pinocchio          era un bel naso-spia: cresceva a vista d’occhio se udiva una bugia. Che naso sorprendente: un naso che ci sente! Chi non conosce Pinocchio il burattino di legno, ma soprattutto chi non conosce le sue marachelle, il suo naso che si allunga ad ogni bugia? Povero babbo Geppetto che per ritrovare il suo figliolo si ritrova nella pancia di una balena!!! Pinocchio è un bambino burattino - e come tutti i bambini dice le bugie. Nei bambini piccoli le bugie ci fanno sorridere. E’ il classico esempio della bocca sporca di marmellata e la frase che l’accompagna “Non sono stato io!”. Il bambino piccolo, già a pochi anni di età comincia a capire che ci sono delle regole e che queste regole essendo il più delle volte abbastanza noiose, possono essere in qualche modo raggirate con una semplice bugia. Non sgridiamo il bambino piccolo che dice bugie, è il modo che ha per

“Avventura con il televisore” di Gianni Rodari in “Tante storie per giocare”

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Nel libro “Tante storie per giocare” Gianni Rodari inventa per ogni storia tre finali diversi che ognuno può scegliere a suo piacimento. In questa storia il signor Verucci rincasa dal lavoro, è stanco e non vede l’ora di riposare. Mentre si prepara a godere della sua tranquillità ad un certo punto strani individui si presentano di innanzi a lui. Lui che vorrebbe stare da solo, e circondato da persone!!! Una signorina annunciatrice del telegiornale, un bandito, un comandante… Nel giro di poco la sua bella casa si riempie di tante voci… grida fragori di ogni genere, e gente di ogni genere, dalle folle di affamati, ad eserciti in marcia, uomini politici alla tribuna, automobilisti bloccati dal mal tempo, sportivi in allenamento e via dicendo… Primo finale Arriva la forza pubblica chiamata dal vicino di casa allarmato da tanto rumore... Secondo finale Il signor Verducci gli balena un' idea, una fantastica idea per porre fine a tutto quel frastu

"Tanto dolore per nulla" di Gianni Rodari

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Di questo racconto mi ha colpito subito il titolo. Poi leggendola ho trovata  una storia molto carina che oggi mi dà lo spunto per parlare di indulgenza . Gianni Rodari racconta di un signore che sogna per tanti anni di avere un’ onorificenza . Finalmente, dopo diverse raccomandazioni, si accorge che il titolo che ha ottenuto contiene un errore grammaticale. E’ diventato un “cavagliere” e non un “cavaliere”. Si chiede che cosa può farci di un titolo cosi sbagliato e ne chiede un altro. Altro tempo, altre raccomandazione, altra speranza ben riposta, e altro errore, invece di ottenere il titolo di commendatore lo fanno “comendatore” con una “m” di meno… Il poveraccio si preoccupa enormemente di quello che può pensare la gente . A nulla servono le rassicurazioni della moglie che gli racconta che suo zio era “colonelo” senza “n” senza “l” ma era rispettato da tutti nello stesso modo. Il nostro uomo però non riesce a darsi pace e dal dispiacere gli

“Il Pulcino Cosmico” di Gianni Rodari da Favole al Telefono

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Il pulcino cosmico è un’altra graziosa storia di Gianni Rodari e siccome parla di Pasqua, nella fattispecie di un uovo di pasqua speciale, in questo periodo ci sembrava opportuno citarla nella nostra Rubrica. La famiglia del Professor Tibolla, compra un uovo di pasqua, come facciamo noi per i nostri bambini (un uovo, no centomila), lo aprono insieme la mattina e con gran sorpresa ne esce un pulcino con l’aria malcontenta. E’ Il pulcino cosmico direttamente dal pianeta Marte Ottavo! In missione speciale per trovare il suo capitano, con lo scopo finale di educare i bambini . -           A che cosa? Forse noi non li educhiamo bene i nostri bambini?   Si chiede il professore risentito. -                                 -         Mica tanto.                     Risponde il pulcino.   -             -          -    Non li abituate all'idea che dovranno viaggiare tra le stelle; secondo non insegnate loro che sono cittadini dell’Universo; terzo non insegna