"Tanto dolore per nulla" di Gianni Rodari






Di questo racconto mi ha colpito subito il titolo.

Poi leggendola ho trovata  una storia molto carina che oggi mi dà lo spunto per parlare di indulgenza.

Gianni Rodari racconta di un signore che sogna per tanti anni di avere un’onorificenza.

Finalmente, dopo diverse raccomandazioni, si accorge che il titolo che ha ottenuto contiene un errore grammaticale. E’ diventato un “cavagliere” e non un “cavaliere”.

Si chiede che cosa può farci di un titolo cosi sbagliato e ne chiede un altro. Altro tempo, altre raccomandazione, altra speranza ben riposta, e altro errore, invece di ottenere il titolo di commendatore lo fanno “comendatore” con una “m” di meno…

Il poveraccio si preoccupa enormemente di quello che può pensare la gente. A nulla servono le rassicurazioni della moglie che gli racconta che suo zio era “colonelo” senza “n” senza “l” ma era rispettato da tutti nello stesso modo.

Il nostro uomo però non riesce a darsi pace e dal dispiacere gli cade un molare.

“Tanto dolore per nulla” racconta di come la paura del giudizio spesso imprigiona.

Spesso siamo noi i primi a non essere indulgenti con i nostri piccoli errori.

E se siamo severi con le nostre azioni così pensiamo che allo stesso modo anche gli altri lo siano con noi.

Gianni Rodari lo scrive nelle ultime righe di questa bella favola “… certa gente davvero, soffre e si dispera per cose che non ne valgono la pena…”

Cominciamo invece a pensare che ogni errore è solo una prova

Diciamo ai nostri figli che prima di capire come si fa una cosa bisogna avere la pazienza (e il coraggio) di farla tante volte, e di sbagliare tante volte.

Insegniamo ai nostri figli che gli errori sono esperienze che i fallimenti non esistono, sono semplicemente tentativi.

Insegniamo ai nostri figli a sbagliare e a essere indulgenti.

Saranno adulti più serene e più sicuri di se.

Abbasso l’idea di perfezionismo, non è reale, e serve solo a creare frustrazioni inutili.

Oggi questo dobbiamo fare.




Buona settimana!

A mercoledì prossimo!

Commenti

  1. Oltre all'indulgenza verso se stessi da insegnare ai nostri figli.il racconto secondo me poné anche l'accento sul quanto spesso il fine venga sacrificato al percorso per ottenerlo.perche il signore si da tanta pena per una lettera sbagliata e non pensa al motivo per il quale ha avuto l'onoreficenza?il percorso é importante!!

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  2. Rileggendo quello che ho scritto ,anche io ho sbagliato ....volevo dire il percorso é sacrificato al fine,e non viceversa....adesso la gente che legge il blog che pensera di me:-))

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  3. Bravo Giuseppe 72, hai sollevato un importante questione, soprattutto nel tuo secondo intervento .. che è lo "spinoso" problema del giudizio...
    L'indulgenza insegna a essere appunto gentili con se stessi e pensare che gli altri non stanno sempre pensando a noi...

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