QUANDO PIOVVERO CAPPELLI A MILANO



DA TANTE STORIE PER GIOCARE




Il racconto che abbiamo scelto per voi questa settimana è “Quando piovvero cappelli a Milano”, tratto da “tante storie per giocare”.

Il protagonista il ragionier Bianchini, che un giorno, andando in banca canticchiando, guardò il cielo incredibilmente assolato.

“[...] Improvvisamente, però, si dimenticò di cantare, si dimenticò di camminare e rimase li a bocca aperta a guardare per aria, tanto che un passante gli finì addosso e gliene disse quattro:
-      
Ehi, lei, va intorno a guardare le nuvole? Può mica stare attento a dove cammina?
-      
Ma io non cammino, sono fermo… Guardi.
-      
Guardare cosa? Ho mica tempo da perdere io. Guardare dove? Eh?! Oh?! Uh! La Peppa!
-      
Ecco, ha visto, cosa ne pensa?
-      
Ma quelli sono… sono cappelli… […]”


Così dal cielo scendevano cappelli di ogni tipo e tutti si fermavano a guardare. E, quando iniziarono a cadere a terra, c’era chi li provava, chi li prendeva per se, chi per i vari parenti…


L’ importanza di mescolare lo straordinario con l’ordinario.

Gianni Rodari ci regala con questo racconto un mondo di fantasia.

Il protagonista è un ragioniere, il suo nome è un nome qualunque di cui se ne trovano a bizzeffe sull’elenco telefonico (di un tempo). 

Lavora in banca che per antonomasia è l’impiego prestigioso che però si allontana dal mondo creativo dei bambini e dei poeti.

Lui è un ragioniere, un po’ diverso, canticchia e sembra come diretta conseguenza che la giornata sia piena di sole.

Canticchia e con curiosità osserva quello che lo circonda.

Un passante, uno di qui signori grigi che il tempo lo consuma e non lo assapora, non si accorge che il nostro amico si è fermato stupito.

Rimbrotta, sbraita, si fa padrone di un tempo che in realtà gli è nemico perché va sempre di fretta.  

Il ragioniere è incredulo e invita a guardare quello che dal cielo sta piovendo.

E nella magia delle storie tutto può succedere. Anche che piovano capelli. 

Di tutti i tipi, di tutti i colori.

L ‘ordinario diventa straordinario. E le persone “finalmente” si fermano.



Oggi possiamo provare rubando ai “soliti” cinque minuti della nostra vita ordinaria, cinque minuti per fare qualcosa di diverso.

Cominciamo a canticchiare…prima noi, poi insegniamo ai nostri figli a farlo, da soli, poi insieme.

A volte bastano cinque minuti per far piovere capelli colorati. 

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