Alice Cascherina di Gianni Rodari in Favole al telefono
Alice è una
bambina piccola, tanto piccola, che spesso si perde.
Capita che
lo faccia in una conduttura del lavandino, dentro una bottiglia d’acqua oppure
nel cassetto della cucina o in una conchiglia in fondo al mare (nel racconto
“Alice casca in mare”).
Questo
racconto mi dà lo spunto, questo mercoledì, per parlare di "spazi".
E’
importante che gli adulti lascino ai più piccoli i loro spazi!
Questo non
vuol dire che dobbiamo permettere ai nostri figli di allontanarsi da noi senza
che sappiamo dove sia (naturalmente in corrispondenza con l’età – a 35 anni
possono anche farlo…),
ma dobbiamo imparare a saper guardare anche a distanza.
Mia figlia, a
tre anni e qualche mese, gioca al parco con i suoi amici più o meno della
stessa età.
Nel parco
del quartiere si allontanano, creano giochi fantastici, con le altre mamme li
sentiamo che vanno incontro a lupi immaginari per sconfiggerli insieme, perché nel
gruppo la paura è più facile da affrontare.
Mi avvicino,
voglio “controllare”. Faccio un errore invado uno spazio senza che mi sia stato
dato il permesso e soprattutto senza un effettiva
necessità.
Mia figlia
si arrabbia. E lo fa con tanta di quella foga, da diventare rossa in volto.
Capisco che
ho sbagliato. Dovevo essere più discreta.
E’ il suo
tempo, e’ il suo mondo. Il suo Universo fatto di fantasia e di amici dove la
mamma e gli adulti, in quel momento non hanno il diritto di entrare.
Ma io,
l’adulta, avevo l’ansia, la sentivo “troppo” lontana da me.
Faccio
diversi passi indietro, le chiedo scusa.
Non deve
farsi carico lei delle mie preoccupazioni in quel momento non fondate.
Devo imparare a guardarla da lontano.
Le prossime
volte può giocare con i suoi amici e io sto ben attenta a non farmi vedere.
Capita anche
che spesso i bambini si nascondono, ma solo per farsi trovare.
Ed è
estremamente meraviglioso quando lo fanno nello stesso posto.
Sempre con
mia figlia, il mio osservatorio per eccellenza, scendiamo le scale per
arrivare al portone di casa. Lo stesso gioco ogni volta che sortisce sempre una
meraviglia nuova.
-“Mamma,
aspettami qui che io mi nascondo!”
-“Va bene!”
lei scende le scale prima di me e si posiziona dietro il muro.
-“Dove è la
mia bambina?” Faccio io ad alta voce, mentre mi avvicino al punto in cui lei
sta accovacciata, continuo con la voce un po’ triste “Non vorrei che fosse
andata via… magari è partita… ha preso l’aereo...”
-“Mamma
buuuu, sono qui!!”
-“Amore mio,
mi sei mancata!!!”
Mi viene
incontro stringendomi le gambe, ridendo. Rido anche io e le accarezzo la testa
che non mi arriva ancora alla vita!”
L’importanza di
ri-trovarsi!
A mercoledì
prossimo con la storia di Arlecchino!
Grazie per avere sostituito i racconti con tuoi spaccati di vita,sono molto belli e rendono bene l'idea.
RispondiElimina