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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Risposta ai commenti "La principessa che credeva nelle favole 1/4"

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Alice Cascherina di Gianni Rodari in Favole al telefono

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Alice è una bambina piccola, tanto piccola, che spesso si perde. Capita che lo faccia in una conduttura del lavandino, dentro una bottiglia d’acqua oppure nel cassetto della cucina o in una conchiglia in fondo al mare (nel racconto “Alice casca in mare”). Questo racconto mi dà lo spunto, questo mercoledì, per parlare di "spazi". E’ importante che gli adulti lascino ai più piccoli i loro spazi! Questo non vuol dire che dobbiamo permettere ai nostri figli di allontanarsi da noi senza che sappiamo dove sia (naturalmente in corrispondenza con l’età – a 35 anni possono anche farlo…), ma dobbiamo imparare a saper guardare anche a distanza . Mia figlia, a tre anni e qualche mese, gioca al parco con i suoi amici più o meno della stessa età. Nel parco del quartiere si allontanano, creano giochi fantastici, con le altre mamme li sentiamo che vanno incontro a lupi immaginari per sconfiggerli insieme, perché nel gruppo la paura è più facile da affrontare.

LA PRINCIPESSA CHE CREDEVA NELLE FAVOLE - 1/4

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Sto leggendo un libro molto carino di Marcia Grad che si intitola “La principessa che credeva nelle favole”. Sottotilo “Come liberarsi del proprio principe azzurro”. Questa lettura semplice in realtà mi ha dato lo spunto per parlare di tante cose importanti. Iniziamo oggi con la prima parte. La principessa, come tutte le principesse che si rispetti, è educata alle buone maniere e all’obbedienza del rispetto alle regole . I genitori, come tutti i genitori che pensano di agire per il bene dei figli, cercano di darle una giusta educazione . Molto spesso la giusta educazione però non tiene conto di una serie di cose importanti. La parte più “istintiva” e “spontanea” viene mano, mano repressa . Nel racconto la principessa Vittoria ha una piccola amica che si chiama Vicky, la sua amica immaginaria. Vicky rappresenta la parte fantasiosa, spensierata, ribelle , che cerca la sua individualità . E’ l’insieme di tutte le emozioni, che però vengono perc

Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari

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“Giovannino Perdigiorno ha perso il tram di mezzogiorno, ha perso la voce, l’appetito, ha perso la voglia di alzare un dito, ha perso il turno, ha perso la quota, ha perso la testa (ma era vuota), ha perso le staffe, ha perso l’ombrello, ha perso la chiave del cancello, ha perso la foglia, ha perso la via: tutto è perduto fuorché l’allegria” Gianni Rodari Questa filastrocca è una delle più belle che io considero di Gianni Rodari. Per la sua semplicità, per il messaggio profondo che si mescola con la musicalità delle sue rime. Mi fa pensare alla spensieratezza, alla condizione di perdersi quando uno è in uno stato di innamoramento. Gli amanti si perdono, dimenticano le cose, (due volte di più dove è parcheggiata la macchina) il tempo fluttua, tra un sospiro e il ricordo della persona che si ama. Immagino Giovannino come ad un ragazzetto che ama la vita . Esce fuori dai canali ordinari, non segue le solite regole. La sua testa è vuota ma potre

La Forza della Resilienza

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In questo mese, rispetto ad alcune difficoltà che hanno caratterizzato la mia vita, ho preso lo spunto per scrivere, sulla "Resilienza" . La trasformazione delle difficoltà è un’arte importantissima, che può essere anche definita come resilienza . La parola resilienza (dal latino resilire rimbalzare) in fisica indica la proprietà dei materiali di riprendere la forma originaria dopo aver subito un colpo.  Il famoso scienziato e naturalista inglese, Charles Darwin diceva: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma  quella più reattiva ai cambiamenti”. Nella psicologia contemporanea con il termine resilienza si identifica la forza umana che permette il superamento delle difficoltà. E’ il concetto di base che fa pensare ad “ogni caduta” un’opportunità di fare uno scatto in avanti. La palla da tennis rimbalza in alto, quanto più forte viene scagliata a terra. “Guarda negli oc

QUANDO PIOVVERO CAPPELLI A MILANO

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DA TANTE STORIE PER GIOCARE Il racconto che abbiamo scelto per voi questa settimana è “Quando piovvero cappelli a Milano”, tratto da “tante storie per giocare”. Il protagonista il ragionier Bianchini, che un giorno, andando in banca canticchiando, guardò il cielo incredibilmente assolato. “[...] Improvvisamente, però, si dimenticò di cantare, si dimenticò di camminare e rimase li a bocca aperta a guardare per aria, tanto che un passante gli finì addosso e gliene disse quattro: -        Ehi, lei, va intorno a guardare le nuvole? Può mica stare attento a dove cammina? -        Ma io non cammino, sono fermo… Guardi. -        Guardare cosa? Ho mica tempo da perdere io. Guardare dove? Eh?! Oh?! Uh! La Peppa! -        Ecco, ha visto, cosa ne pensa? -        Ma quelli sono… sono cappelli… […]” Così dal cielo scendevano cappelli di ogni tipo e tutti si fermavano a guardare. E, quando iniziarono a cadere a terra, c’era chi li provava, chi li prende

Rubrica "FavolosaMente"

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“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo” Gianni Rodari Da oggi, con la collaborazione di “Leggibaleno” diamo l’avvio ad una nuova rubrica. Per parlare di Storie. Per raccontare ancora una volta quanto sia importante la lettura sia per i più piccoli che per i più grandi. Abbiamo pensato alla rubrica “FavolosaMente”  (dalla Favola alla Mente) come ad uno spazio che insieme ci faccia riflettere, ci dia quelli che chiamo “spunti di pensiero”, ci faccia divertire e sorridere sia da soli che insieme ai nostri figli. Nella filosofia di prendersi al giorno una sana pausa per se, un aspetto importante sia anche quello di far fuoriuscire l’arte attraverso l’arte. Cosa c’è di più bello che tirare fuori la ricchezza che c’è dentro ognuno di noi e guardare la vita a volte da una prospettiva diversa. Nella pagina Facebook de "Il Leggibaleno" troverete quanto sia ricca ogni favola. Con un po