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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

La riforma della grammatica di Gianni Rodari

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Il Professore Grammaticus, un giorno decise di riformare la grammatica. (..)  "Facciamo due categorie sole: gli aggettivi simpatici e gli aggettivi antipatici. Aggettivi simpatici: buono allegro, generoso, sincero, coraggioso. Aggettivi antipatici avaro, prepotente, bugiardo, sleale, e via discorrendo". La storia finisce che la riforma non si fa, però a me ha dato lo spunto per parlare di quello che in psicologia si chiama “etichettamento”. Succede che quando un adulto definisce il figlio in una categoria (cattivo, buono, bravo, capriccioso...) commette un errore. Sia nel bene che nel male, infatti il bambino piccolo tenderà a conformarsi con l’etichetta che gli si è stata affibbiata , a grande discapito dell’evoluzione della propria personalità. Una bella frase dice che “L’infanzia è fatta di conquiste, ciò di cui un bambino ha bisogno è una guida, non un giudice” . Nei seminari che faccio sulla genitorialità, spiego sempre questa cosa; per quant

“A sbagliare le storie” di Gianni Rodari (Favole al telefono)

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Questa storia è bellissima! Me la ricordo da quando sono piccola e ora rileggendola non ho potuto fare a meno di sorridere. La classica storia di Cappuccetto Rosso diventa un'altra straordinaria storia. L’ordinario colore rosso del cappuccio, che tutti ben conosciamo praticamente da sempre, assume altri colori; diventa giallo, diventa verde. La nonna, non è più la nonna malata, ma è la zia Diomira, e così dicendo, il lupo è una giraffa, la focaccia è una buccia di patata. Nella storia chi la racconta continua a sbagliare e chi ascolta questa favola così “stravolta” cerca di correggere gli errori.  -E il lupo le domandò: Quanto fa sei per otto? -Niente affatto. Il lupo le chiese: Dove vai? - Hai ragione. E cappuccetto nero rispose… - Era Cappuccetto Rosso, rosso, rosso! (…) -Giusto. E il cavallo disse… -Quale cavallo? Era un lupo. -Sicuro. E disse così: prendi il tram numero 75 scendi in piazza del Duomo, gira a destra, troverai tre

“Se qualcuno Ama un fiore questo basta a renderlo felice”: La storia di Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry.

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“ C'è una cosa che mi rattristerà sempre, ed è di essere diventato grande ” Ho già parlato del Piccolo Principe (Vedi nella cartella L’Amore Essenza di .. ) e della sua fantastica storia, ma nel giorno commerciale, (perché Il giorno di chi ama è ogni giorno) dedicato agli innamorati mi sembrava opportuno riprendere questa storia. Perché parla di Amore. Oggi però la mia curiosità, va come ogni volta (aspetto curioso della curiosità che percorre sempre la stessa strada, ma ogni volta è come se fosse diversa…) diretta alla Storia di Vita dal suo autore, Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry . Perché non tutti sanno che... e io non lo sapevo.. Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry , meglio conosciuto come Antoine de Saint-Exupéry è francese e nasce a Lione il 29-06- 1900. La sua vita è breve (scomparirà nel mare Mediterraneo a soli 44 anni, il 31-07-1944) ma è ricca di molte cose. Possiamo dire che è stato uno scrittore-aviatore. La

LA PRINCIPESSA CHE CREDEVA NELLE FAVOLE - 2/4

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"L'attesa" ...la principessa vorrebbe che il suo terapeuta gufo le dia la soluzione, proprio come chi pretende dagli altri la responsabilità della propria felicità... Ma le bacchette magiche esistono solo nelle fiabe... E così arrabbiata si allontana da lui. Succede che il Tempo passa e la nostra principessa conserva intatta la speranza di poter essere felice… in futuro . Questo è un “grave”, ma tipico errore di procrastinare la felicità . Così fiduciosa, come ogni buona e brava principessa sa essere, aspetta ogni giorno il  giorno giusto  per essere felici, e con la stessa tenacia aspetta la  persona giusta  per essere felici... Ma alla principessa sente sempre che le manca qualcosa e   qualcuno  per essere felice… - Aimè’, non sà che il giorno giusto è quel giorno e che la persona giusta è lei stessa…ma andiamo avanti.. -  Così senza considerare che ha già tutto quello che cerca “Quel giorno e lei stessa” vive raccontandosi

“Il Carnevale di Arlecchino” di Joan Mirò

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La storia che si racconta a scuola di Arlecchino parla di amicizia e di bontà. Tutti, o quasi tutti, sanno che Arlecchino era un bambino così povero che la mamma non aveva neanche i soldi per comprargli un bella maschera di carnevale. I compagni di classe allora raccolgono ognuno un pezzetto di stoffa e la mamma riesce così a cucire uno dei più bei abiti che si sia mai visto, colorato e originale! Arlecchino è felice! I bambini sono felici di essere stati generosi con un loro compagno. E fino a qui ci siamo, potremo parlare di bontà, di amicizia, di originalità, di costruire con le proprie mani, qualcosa che è unico e speciale proprio perché è frutto di un lavoro creativo - non come i costosissimi vestiti confezionati che mi fanno tristezza solo a vederli perché sono tutti uguali (fatti da bambini!!!) Oggi però mi piace parlare di un quadro che trovo eccezionale, che ci spinge un po’ più in là dalle cose che vediamo. Ed è rappresentato dal “ Il Carnevale di Arlec