Dal Piccolo Principe "AMARE UNA ROSA"
Utilizzo ancora la storia del Piccolo Principe, credo per altre tre volte; con “Amare una rosa”, "L'essenziale è invisibile agli occhi" e “Il serpente”.
Con questi tre capitoli vengono spiegate a mio avviso importanti faccende
umane.
Importanti anche per “spiegare” l’Amore…
Inizio dalla rosa:
“Bisogna sempre spiegare le cose ai grandi…” (dal Piccolo Principe)
Il Piccolo Principe è un bambino e come tutti i bambini comincia ad
imparare a relazionarsi.
La rosa, l’avviatore, la volpe sono per lui "fattori" di scambio
affettivo ed emotivo.
E segnano il passaggio del suo stato evolutivo.
La rosa appartiene ad una dimensione relazionale poco matura, in cui
entrambi i “partecipanti” non riescono a capire e quindi verbalizzare bene
quello che nutrono nei confronti dell’altro.
Orgoglio, paura, pretesa, aspettative e dipendenza, caratterizzano questa
relazione.
La rosa chiede al Piccolo Principe “alla sera mi metterai al riparo sotto
una campana di vetro. Fa molto freddo qui da te… Non è una sistemazione che mi
soddisfi. Da dove vengo io…”. Ma si era interrotto. Era venuto sotto forma di
seme. Non poteva conoscere nulla degli altri mondi. Umiliato di essersi
lasciati sorprendere a dire una bugia così ingenua, aveva tossito due o tre
volte, per mettere il Piccolo Principe dalla parte del torto…” (..)
Così il Piccolo Principe, nonostante tutta la buona volontà del suo amore,
aveva cominciato a dubitare di lui.
“Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti,
non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene
via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I
fiori sono così contraddittori! Ma ero
troppo giovane per sapere amare” (..)
(..) “Ma si, ti voglio bene” disse il fiore “e tu non l’hai saputo per
colpa mia...”
Sarebbe bello oggi, ma proprio oggi dire a qualcuno a cui teniamo TI VOGLIO BENE!
Perché è anche così ci mettiamo nella condizione di sentircelo dire, (non
per pretesa ma per semplice scambio).
Sarebbe bello oggi dietro a tutti quei gesti abituali e consolidati da
sempre, capire quanto amore l'altro ha nei nostri riguardi.
Con gli occhi di un bambino
attento e intelligente e con la capacità dell' adulto di provare gratitudine è possibile sperimentarsi. Si può, non è così difficile, credo che a volte
basta… fermarsi un attimo.
É giusto dirsi ti voglio bene,ma é altrettanto importante guardare i gesti,gli occhi e se vuoi anche saper "ascoltare"i silenzi che a volte dicono piú di mille parole.spesso per comoditá ci creamo un'immaggine del prossimo e dei suoi bisogni piú conforme alle nostre possibilitá e capacitá di dare,piuttosto che alle sue vere esigenze.ecco per me amare é questo,andare oltre le semplici parole e apparenze.vedere quello che gli occhi non vedono e sentire ció che le labbra non dicono.
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento.
RispondiEliminaHai ragione Barbara. Dire ti voglio bene ad una persona è una cosa fantastica. Ci apre il cuore e ci fa vivere felici. E chi è che non vorrebbe essere felice?
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