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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

" L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI"

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“L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI”   In quel momento apparve la volpe. “Buon giorno”, Disse la volpe. “Buon giorno”, rispose gentilmente il Piccolo Principe, voltandosi: ma non vide nessuno. (..) “Sono una volpe”, disse la volpe. “Vieni a giocare con me”, le propose il piccolo principe “sono così triste…” (..) “Non posso giocare con te…”, disse la volpe, “non sono addomesticata” (..) “Che cosa vuol dire “addomesticare”?” (..) “E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami” (..)  Tu, fino a ora, per me, non sei che un ragazzini uguale a centomila ragazzini.  E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me.  Io sono per te che una volpe uguale a centomila volpi.  Ma se tu mi addomestichi , noi avremo bisogno l’uno dell’altro .  Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica la mondo” (..) Per favore … addomesticami”, disse. “Volentieri”, rispose il piccolo principe, “ma non ho molto tempo. Ho da scoprire degli

Dal Piccolo Principe "AMARE UNA ROSA"

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Utilizzo ancora la storia del Piccolo Principe, credo per altre tre volte; con “Amare una rosa”, "L'essenziale è invisibile agli occhi" e “Il serpente”. Con questi tre capitoli vengono spiegate a mio avviso importanti faccende umane. Importanti anche per “spiegare” l’Amore… Inizio dalla rosa: “Bisogna sempre spiegare le cose ai grandi…” (dal Piccolo Principe) Il Piccolo Principe è un bambino e come tutti i bambini comincia ad imparare a relazionarsi. La rosa, l’avviatore, la volpe sono per lui "fattori" di scambio affettivo ed emotivo. E segnano il passaggio del suo stato evolutivo. La rosa appartiene ad una dimensione relazionale poco matura, in cui entrambi i “partecipanti” non riescono a capire e quindi verbalizzare bene quello che nutrono nei confronti dell’altro. Orgoglio, paura, pretesa, aspettative e dipendenza, caratterizzano questa relazione. La rosa chiede al Piccolo Principe “alla sera mi metterai al riparo

Piccoli e Grandi

“Io conosco un pianeta su cui c’è un signore Chermisi. Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai voluto bene a nessuno. Non fa altro che addizioni. (..) “ Io sono un uomo serio! ” e si gonfia di orgoglio. Ma non è un uomo è un fungo (..)” E il piccolo principe adesso era bianco di collera. “(..) e non è una cosa seria cercare di capire perché i fiori si danno fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente? Non è importante la guerra fra le pecore e i fiori (..) “(..) se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda…” Non potè proseguire. Scoppiò bruscamente in singhiozzi. Era caduta la notte. Avevo abbandonato i miei utensili. Me ne infischiavo del mio martello, del mio bullone, della sete e della morte. Su di una stella, un pianeta, il mio, la Terra, c’era un piccolo principe da consolare! Lo presi in braccio. Lo cullai. Gli dicevo “Il fiore che t